martedì 19 maggio 2009

La falange macedone

La Macedonia nell'età antica è un piccolo regno al margine del mondo greco, tanto che i greci considerano i macedoni come dei lontani cugini, se non dei barbari; questo territorio montuoso ha creato una popolazione di cavalieri e non di opliti come i greci.
Il re macedone Filippo II, padre di Alessandro III chiamato poi il grande, fu tenuto in ostaggio a Tebe da ragazzo ed ebbe modo di conoscere Epaminonda e la sua tattica obliqua che rende la falange più agile, ma si rende conto che la falange come struttura è comunque pesante e poco flessibile.
Tornato in patria e divenuto re nel 359 a.C alla morte del fratello Perdicca III e dovento lottare subito contro gli illiri e altri popoli confinanti deve riformare l'esercito e mette in pratica gli insegnamenti ricevuti da giovane; l'esercito che creerà sarà uno dei più potenti mai visti, capace di poter competere anche con Roma se ben guidato ed equipaggiato.
L'esercito macedone per primo ha reparti specializzati per ogni parte dello schieramento: la falange al centro con alle ali reparti di fanteria leggera-pesante e più esternamente reparti di cavalleria pesante che avevano il decisivo compito di accerchiare il nemico e spingerlo contro il centro; ecco l'innovazione, non è la falange al centro a dover sfondare il fronte nemico ma è la caalleria pesante che deve farlo.
L'unità base della falnge è il syntagma, un quadrato di 16 uomini per lato per un totale di 256 e quindi con una profondità notevole e adatta a mantenere impegnato, o se necessario a sfondare, il centro avversario; il sintagmatarca che guidava il reparto era disposto nell'angolo a destra ma grazie agli ufficiali subalterni aveva il controllo di ogni singola fila guidata da un lochagos e da un ouragos disposto sull'altro fianco del sintagma. Dopo il sintagmatarca che comandava le 16 file venivano: il tassiarca che ne comandava 8, il tetrarca che ne comandava 4 e il dilochites che ne comandava 2 con in fondo un altro ouragos col compito di raccogliere eventuali sbandati e tenerli in formazione, in aggiunta ad un trombettiere e un segnalatore.
Questi syntagmata erano riunite in tàxeis da 1536 soldati ciascuna, a Gaugamela per esempio Alessandro ne aveva 6; sui fianchi della falnge si dispongono i 3 battaglioni da 3000 ypaspistai o ipaspisti (portatori di scudo, Arriano li chiama gli scudati) un reparto di fanteria leggera, l'armamento degli scudati non è perfettamente noto ma le loro funzioni si, proteggevano i fianchi della falange mantenendo nel contempo i contatti con la cavalleria e appoggiandone gli attacchi e questo richiede un armamento leggero ma capace di poter sostenere uno scontro con reparti più pesanti.
Oltre agli ipaspisti si trova la cavalleria, l'arma più potente della macedonia, organizzata in 8 squadroni (ìlai) divisi in 4 tetrarchie da 50 uomini ciascuna, questi erano gli hetaìroi ovvero i compagni del re, a questi nobili si aggiungevano i reparti di cavalleria alleati (in genere tessali) e mercenari più il reparto scelto cioè l'àghema, la guadia reale.
Ogni soldato della falange ha un armamento completamente diverso rispetto agli opliti: oltre all'elmo e agli schinieri di bronzo ha un'armatura leggera in lino pressato e solo le prime linee ne erano dotate, la sua arma più potente è la sarissa cioè una picca da 5-6 metri ca.secondo Teofrasto che consentiva ai primi 5 ranghi dello schieramento di contattare contemporaneamente il nemico mentre le restanti file tenevano le picche con un a angolazione sempre più verticale e agitandole in aria così da creare un muro di lance sia verso il nemico sia verso l'alto per deviare una parte delle freccie.
Oltre alla picca ogni falangita o pezhetaìros (compagno a piedi) dispone di uno scudo o aspis da 60 cm. appena che tiene legato al collo e al braccio sinistro, per avere le mani libere e tenere la picca, più una spada corta come una kòpis ma adatta a colpire di punta.
Gli ipaspisti invece erano armati alla leggera con uno scudo piccolo, forse un pelta, un elmo in bronzo, una kòpis e alcuni giavellotti; la loro capacità di muoversi con agilità e velocità dà loro la possibilità di appoggiare la cavalleria ma possono anche affiancare la fanteria pesante e affrontare quella nemica se serve; la cavalleria macedone è invece divisa in leggera e pesante.
La cavalleria leggera (pròdromoi) è priva di armature ma è dotata di lance lunghe 4 metri che leconferisce un forte potere di penetrazione, quella pesante invece è protetta da corazze ed elmi, dotata anch'essa di lance da 4 metri e spade.
Come esercito quello macedone è quasi l'esercito perfetto, quasi nessun punto debole, reparti specializzati con compiti specifici, con armi mediamente superiori a quelle nemiche; i soldati di Filippo sono ben pagati e possono mantenersi in armi più a lungo di quanto possono o vogliono fare gli opliti cittadini della grecia e in più sono addestrati a portarsi addosso provviste per diversi giorni e questo rende l'intero esercito più snello e agile nelle marce; alessandro spesso piomba sui nemici con la cavalleria appoggiata dagli ipaspisti per impegnarlo, con al seguito la fanteria pesante per sconfiggerlo.
Infatti la tattica macedone è semplice: mentre il centro è studiato per impegnare il centro nemico e bloccarlo sul posto, l'ala sinistra ha il compito di bloccare l'ala destra nemica ed impedisce l'aggiramento. L'ala destra macedone invece è composta da cavalleria pesante, leggera e da ipaspisti e fanteria leggera e deve sfondare l'ala sinistra avversaria e in seguito attaccare alle spalle il centro nemico bloccato dalla falange; questa tattica può causare perdite terribili al nemico, mentre in una normale battaglia tra pòleis i morti arrivavano a poche centinaia, per esempio nella battaglia di coronea del 447 gli ateniesi perderanno un migliaio di morti mentre a cheronea l'esercito ateniese soffrirà 1000 morti con i suoi 3 generali più 2000 prigionieri, dell'esercito tebano invece non si conoscono le perdite di preciso ma viene quasi annientato tanto che il battaglione sacro (vedi la falange greca) viene distrutto fino all'ultimo uomo.
Tra le armate persiane il numero dei morti sarà enormemente superiore.
La falange può funzionare perfettamente se ha i fianchi coperti dalla cavalleria e infatti nell'esercito di Alessandro a Gaugamela la cavalleria conta 7000 uomini mentre la fanteria 40000, quindi quasi 1/5 dell'esercito è formato da cavalieri, in età più tarda si assiste ad un aumento della lunghezza della sarissa che arriva quasi a 7 metri ma diminuisce la cavalleria, a Pidna nel 168a.C. il re macedone Perseo avrà 40000 fanti e 4000 cavalieri quindi 1/10 solo delle sue forze saranno di cavalleria.

FONTI
ARRIANO, Anabasi di Alessandro, a cura di D. Ambaglio, Bur, Milano 4° edizione 2007
POLIBIO, Storie, a cura di R. Nicolai, Newton & Compton Editori, Roma 1998

BIBLIOGRAFIA
ANDREA FREDIANI, Le grandi battaglie di Alessandro Magno, Newton & Compton Editori, Roma 2004
DOMENICO MUSTI, Introduzione alla storia greca, Editori Laterza, Bari 2004
GIOVANNI BRIZZI, Il guerriero, l'oplita, il legionario, gli eserciti nel mondo classico, il Mulino, Bologna 2002


1 commento:

  1. Babyliss Pro Titanium - Titanium Arts
    Model Number: 646 - Item Number: 36-37 - The design of croc titanium flat iron this vehicle is modeled on the engine of ceramic or titanium flat iron a 747 that columbia titanium jacket is in the titanium element original $24.99 · does titanium have nickel in it ‎In stock

    RispondiElimina